Prestito personale: le regole per stare tranquilli

Questo articolo contiene alcuni utili suggerimenti per non correre rischi quando si chiede un finanziamento.

Devi acquistare alcuni elettrodomestici di cui hai bisogno, poiché non disponi della somma che occorre per comprarli hai pensato di chiedere un prestito a una finanziaria. Questa idea, però, ti suscita un po’ di preoccupazione: hai sentito parlare di persone alle quali è stato richiesto il pagamento di interessi eccessivi, e di altre che hanno avuto problemi per il ritardo nel rimborso di una rata. Quindi, prima di chiedere un prestito personale, vorresti conoscere quali sono le regole per stare tranquilli. Qui troverai alcuni consigli che certamente ti saranno molto utili.

Sono molte le famiglie italiane che richiedono un prestito personale, rivolgendosi a una banca o, più spesso, a una finanziaria. Talvolta si ricorre al finanziamento per eseguire lavori di ristrutturazione in casa, altre volte per acquistare elettrodomestici o mobili, o per fare fronte a spese impreviste. Vediamo quali sono le caratteristiche di questa forma di prestito e a cosa bisogna prestare attenzione prima di firmare il relativo contratto. A tal proposito, ti consiglio di leggerlo attentamente questo documento prima di firmarlo e dopo di chiederne una copia da conservare con cura. L’istituto di credito è tenuto a dartela senza spese a tuo carico.

Indice

Cosa è il prestito personale?

Il prestito personale consiste nel finanziamento di una somma di denaro da parte di una banca o di una finanziaria. Esso viene detto anche finanziamento non finalizzato, perché chi lo richiede non ha l’obbligo di specificare lo scopo per il quale deve utilizzare la somma di denaro che gli serve.

Questa forma di prestito non deve essere confusa con il mutuo. Queste sono le differenze principali:

  • per concedere un prestito personale l’istituto di credito non richiede garanzie sugli immobili del richiedente. Per erogare un mutuo, invece, viene richiesta un’ipoteca su un immobile. L’ipoteca è una garanzia che consente al creditore, in caso di mancato pagamento da parte del debitore, di far vendere l’immobile e si soddisfare il proprio credito sul ricavato, con preferenza rispetto ad eventuali altri creditori. Di solito l’immobile è una casa che colui che il richiedente intende acquistare ristrutturare con il denaro preso in prestito;

  • si ricorre al prestito personale per importi che in genere vanno da alcune centinaia di euro a 30.000 euro. Alcuni istituti di credito sono disponibili a finanziare anche importi più elevati, fino a 60.000: oltre questa soglia, comunque, si parla di mutuo;
  • il prestito personale deve essere restituito in tempi piuttosto brevi: la sua durata è in genere compresa tra 6 e 120 mesi. Il mutuo, invece, prevede una restituzione a medio – lungo termine, fino a 30 anni.

Ovviamente, l’istituto di credito non presta il denaro senza averne un vantaggio economico. Come corrispettivo, la persona che ha ottenuto il finanziamento deve pagare gli interessi, corrispondenti a una percentuale dell’importo preso in prestito (detto sorte capitale). Capitale e interessi vengono restituiti a poco a poco, a rate. Nel prestito personale queste ultime sono solitamente mensili.

Vediamo adesso alcune importanti regole da tener presenti quando si richiede un finanziamento.

A quale finanziaria rivolgersi?

Bisogna fare molta attenzione alla finanziaria alla quale ci si rivolge per chiedere un prestito. Esistono molti operatori improvvisati o poco corretti, altri che sono presenti sul mercato da poco tempo. Non deve bastare, per sentirsi rassicurati, che essa sia gestita da un amico o da un parente. Il primo aspetto da considerare è, infatti, la serietà dell’azienda che opera nel settore del credito.

  • per operare nel settore del credito, la finanziaria deve essere iscritta in un apposito albo o elenco tenuto dalla Banca d’Italia. Quest’ultima, prima di procedere all’iscrizione, verifica che essa abbia dei requisiti minimi di affidabilità. Dunque la prima cosa da fare è verificare che la finanziaria risulti iscritta, informandosi presso la Banca d’Italia. Sul sito di quest’ultima è inoltre presente una sorta di “lista nera”, un elenco di società che sono state scoperte ad operare senza autorizzazione;
  • anche se la finanziaria risulta regolarmente autorizzata ad operare, scegline una conosciuta e che operi da tempo. Questo ti consente di avere maggiori garanzie sulla sua affidabilità;
  • fai una ricerca su Internet per leggere le recensioni di coloro che già si sono rivolti a questo istituto di credito. Sono rimasti soddisfatti? Hanno avuto dei problemi? Ovviamente, non devi tener conto delle recensioni presenti sul sito della finanziaria, che sono sempre entusiastiche e non affidabili;
  • possibilmente cerca un istituto di credito che abbia stipulato convenzioni con enti importanti come l’INPS, o con sindacati, con ordini professionali, con importanti associazioni di categoria operanti a livello nazionale. Questo è già indicativo di una certa serietà, perché i suddetti enti, prima di stipulare una convenzione, hanno certamente fatto una selezione tra le finanziarie, scegliendo quelle con maggiori requisiti di solidità e affidabilità.

Quanto costa veramente un prestito personale?

Prima di firmare un contratto di finanziamento, devi accertare quanto esso ti costerà. Spesso gli istituti di credito, nel pubblicizzarsi, cercano di attrarre nuovi clienti esponendo tassi d’interesse invitanti. Ma non è tutto oro quello che luccica. Infatti ci sono delle sigle, contenute nel contratto, dalle quali puoi desumere il reale costo del prestito e alle quali, quindi, devi prestare particolare attenzione.

Esse sono:

  • il Tan, o Tasso annuo nominale. Si tratta della percentuale degli interessi. In linea di principio, più questa è bassa, più il prestito è conveniente; ma per giungere a questa conclusione occorre tener conto anche di altri importi che potresti essere chiamato a pagare, come tra poco ti dirò;
  • il Taeg, o Tasso annuo effettivo globale. Si tratta di una percentuale che comprende sia il TAG sia le spese accessorie del finanziamento: quelle di istruttoria, l’imposta di bollo, le spese di chiusura della pratica, il costo delle comunicazioni periodiche, il premio di un’eventuale assicurazione.
  • null

A questo punto avrai compreso che, per sapere quanto ti costerà davvero il finanziamento, occorre che tu controlli il Taeg. Pensa di dover confrontare due prestiti:

  • il primo ha un Tan del 6% e un Taeg del 10,15%;
  • il secondo ha un Tan del 7% e un Taeg dell’8,50%.

Dopo quello che ti ho detto, comprenderai che tra i due finanziamenti il più conveniente sarà il secondo, perché, pur avendo un Tan leggermente più elevato, ha un Taeg più contenuto e quindi ti farà spendere complessivamente meno.

Conviene stipulare l’assicurazione?

Spesso le banche e le finanziarie, prima di concedere un prestito, chiedono al cliente di sottoscrivere una polizza assicurativa; quest’ultima opera nel caso in cui egli, per eventi gravi e improvvisi (come malattie, perdita del lavoro, infortuni), non sia più in grado di far fronte al pagamento delle rate. L’assicurazione tutela anche gli eredi del debitore, nel caso in cui questi muoia lasciando parte del finanziamento non rimborsata.

L’assicurazione può essere obbligatoria o facoltativa; di solito, è richiesta nei prestiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Gli istituti di credito la pretendono anche quando viene preso in prestito un importo elevato oppure se vi è qualche dubbio sull’affidabilità del richiedente (perché ad esempio non ha uno stipendio costante). negli altri casi essa è facoltativa.

Attenzione però: la banca o la finanziaria possono richiedere obbligatoriamente la stipula di una polizza, non imporre quella fornita da loro o da società collegate. Sei sempre libero di rivolgerti alla compagnia di assicurazioni di tua fiducia.

Il costo della polizza incide su quello complessivo del finanziamento: potresti, per questo, arrivare a pagare una decina di euro in più al mese. Considera comunque il fatto che essa ti darebbe maggiore serenità nel rimborsare le rate, sapendo che l’insorgere di imprevisti non metterebbe in difficoltà te e i tuoi cari.

Cosa succede se non si paga una rata?

Il mancato pagamento o l’interruzione delle rate determina la segnalazione del debitore alle centrali rischi e di tutela del credito; si tratta di organismi che gestiscono elenchi in cui vengono inseriti i “cattivi pagatori“. Essi sono consultabili da tutti gli istituti di credito: di conseguenza esservi inseriti rende impossibile accedere ad ulteriori prestiti. La durata dell’iscrizione negli elenchi può infatti arrivare, secondo la gravità dell’inadempimento, fino a 36 mesi.

Inoltre, il mancato pagamento delle rate comporta il pagamento di interessi ulteriori rispetto a quelli già dovuti, detti interessi moratori.

Prima di firmare il contratto di finanziamento, leggilo attentamente per sapere dopo quante rate non pagate è prevista la segnalazione. Deve anche essere specificato che l’istituto di credito, prima di effettuarla, richiede formalmente al cliente di “mettersi in pari” con i pagamenti. Controlla anche il tasso degli interessi moratori.

Poi, valuta onestamente la tua situazione: sei sicuro di poter fare fronte al tuo debito con regolarità? Se hai dubbi evita di prendere denaro in prestito. In alternativa, considera la possibilità di prolungare i tempi del rimborso. Restituire il prestito in cinque anni piuttosto che in tre farà lievitare i costi (aumentando le rate pagherai più interessi), ma l’importo delle rate si abbasserà dandoti la certezza di poterlo pagare puntualmente ad ogni scadenza.

E’ possibile chiudere il contratto in anticipo?

Nel leggere il contratto di finanziamento, accerta anche quali sarebbero i tuoi diritti in caso di estinzione anticipata. Questa può verificarsi quando l’intestatario del prestito si ritrova con denaro liquido a disposizione e vuole pagare subito l’intera somma ancora dovuta. In tal caso non si applicheranno più gli interessi previsti per le rate residue, ma dovrà essere pagata una penale sull’importo che rimane da restituire. Controlla qual è la percentuale prevista dal contratto: essa non può essere superiore all’1%.

Inoltre l’istituto di credito, in caso di estinzione anticipata,  deve restituirti una parte delle spese eventualmente anticipate (ad esempio per l’istruttoria). Anche questo dato deve essere specificato nel contratto.

Ora conosci le regole per stare tranquilli quando si richiede un prestito personale. Come hai visto, è di fondamentale importanza leggere bene il contratto: operazione certamente noiosa, ma che mette al riparo da cattive sorprese.

note

Autore immagine: 123rf com.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *