Rottamazione: attenzione alle cartelle già prescritte

Rottamazione cartelle di pagamento: ecco cosa controllare prima di fare domanda ad Agenzia Entrate Riscossione.

Se c’è una cosa che si è dimenticato di dire il Governo quando ha pubblicizzato la rottamazione delle cartelle esattoriali è che molti di questi debiti – i cui importi vengono oggi scontati e dilazionati – non sono, in realtà, dovuti. E questo a causa della scadenza dei termini per la riscossione. Chi non lo sa, rischia di pagare qualcosa che non deve. Né ci sarà qualcuno, allo sportello dell’Agenzia Entrate Riscossione, a segnalare tale situazione, anche perché sono gli stessi computer dell’esattore a non essere aggiornati (per un difetto di comunicazione con l’ente impositore). A voler essere onesti, sui moduli prestampati contenenti la domanda di rottamazione andava scritto: attenzione alle cartelle già prescritte. Perché di questo stiamo parlando: lo Stato sta rottamando buona parte delle cartelle cadute in prescrizione. Un po’ come mettere gli sconti su alimenti ormai scaduti e non commestibili.

Visto che nessuno intende dirlo al contribuente e che anzi, l’Esecutivo ha intenzione di riaprire i termini fino a fine anno, proveremo a offrire noi alcuni importanti chiarimenti.

Rottamazione: attenzione alle cartelle già prescritte

Indice

Rottamazione: cosa controllare prima di fare domanda

Come abbiamo anticipato, se hai deciso di aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali varata dal Governo Conte potresti commettere un grosso errore e trovarti a pagare dei debiti in realtà non più dovuti. Ricordiamo infatti che la nuova misura prevede lo sconto sui carichi affidati all’agente della riscossione nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Come è facile intuire, quindi, molte delle cartelle di pagamento finite nell’ultima rottamazione sono già prescritte. Il contribuente può dunque escluderle dall’istanza, chiedendo di dilazionare tutte le altre. In questo modo non si troverà a dover sborsare somme inutilmente. Per non fare errori è però necessaria un’attenta verifica preventiva. Verifica volta a scoprire cosa pagare e cosa no.

Se non sai come fare, non ti preoccupare: te lo spiegheremo qui di seguito. Ti illustreremo cosa controllare prima di fare la domanda di rottamazione.

Richiesta estratto di ruolo

Per prestare attenzione alle cartelle già prescritte, dovrai innanzitutto chiedere un estratto di ruolo all’Agenzia Entrate Riscossione (potrai farlo online o allo sportello). Con questo documento in mano dovrai metterti a scandagliare ogni singola cartella ivi riportata. Dovrai prendere a riferimento, in particolare:

  • la motivazione della cartella ossia la natura dell’importo richiesto (Imu, Tasi, Irpef, Iva, ecc.);
  • la data di notifica della cartella stessa.

Dalla combinazione di tali dati potrai infatti comprendere quali cartelle sono prescritte.

Come si calcola la prescrizione

Devi considerare che, ad oggi, esistono due orientamenti in giurisprudenza. Secondo una sentenza del 2018 della Cassazione, tutte le cartelle si prescrivono in cinque anni. Ne abbiamo dato atto in questo articolo: Cartella esattoriale: prescrizione sempre in cinque anni. Quindi non importa la motivazione della cartella: il termine è sempre quinquennale.

Un altro orientamento invece sostiene che le cartelle non hanno un proprio termine di prescrizione ma “ereditano” quello della relativa imposta. Per cui:

  • si prescrivono in 10 anni le cartelle di Iva, Irpef, Irap, Ires, imposta di bollo, imposta di registro, imposta catastale, canone Rai, contributi camera di commercio;
  • si prescrivono in 5 anni le cartelle di Imu, Tasi, Tari, contributi Inps e Inail, multe stradali e altre sanzioni amministrative;
  • si prescrive in 3 anni il bollo auto.

Per calcolare la prescrizione devi prendere a riferimento la data in cui hai ricevuto la notifica della cartella e arrivare sino al giorno in cui presenti la domanda di rottamazione: se, in quest’arco di tempo, non ti sono arrivate altre diffide, pignoramenti o misure cautelari e, nello stesso tempo, sono decorsi i termini di prescrizione, la cartella non va pagata.

Verifica gli atti interruttivi della prescrizione

Se invece, dopo la notifica della cartella, hai ricevuto uno degli atti interruttivi della prescrizione con raccomandata a.r. (una intimazione di pagamento, una nuova cartella per gli stessi importi, un preavviso di fermo auto o di ipoteca, un pignoramento), devi calcolare i tempi di prescrizione a partire dal giorno successivo a tale ultima notifica. Essa infatti ha l’effetto di interrompere la prescrizione e farla decorrere nuovamente da capo.

Potresti, nel tempo, aver perso queste comunicazioni di Agenzia Entrate Riscossione. Per recuperarle puoi fare una istanza di accesso agli atti amministrativi, da presentare allo sportello o online, in cui chiedi di avere contezza di tutte le notifiche ricevute. Ti deve essere mostrata anche la relata di notifica del messo notificatore o l’avviso di ricevimento della raccomandata.

Come presentare la domanda di rottamazione

A questo punto viene il bello: nel momento in cui presenterai la domanda di rottamazione puoi ben scorporare le cartelle già prescritte e non dilazionarle. Se un giorno l’esattore dovesse venirti a chiederti il pagamento potresti fare opposizione sostenendo la prescrizione con questo modello di atto di ricorso.

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