Usura, indagati vertici di Bnl, Unicredit, Mps e Bp Bari – IlGiornale.it

Contestati tassi usurari sui finanziamenti. Secondo la procura di Trani il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche. Tra gli indagati anche Abete, Profumo, Mussari e Caltagirone

Terremoto nel mondo bancario e finanziario italiano. Per concorso in usura bancaria la procura di Trani ha indagato i vertici di Bnl, Unicredit, Mps e di Banca popolare di Bari (Bpb).

E non solo. Tra le 62 persone alle quali la Gdf di Bari ha notificato l’avviso di fine indagine ci sono anche ex dirigenti di Bankitalia e del ministero dell’Economia. Agli indagati si contestano tassi usurari su finanziamenti. Il reato di usura (bancaria) continuata ed aggravata sarebbe stato compiuto a danno di alcuni clienti-imprenditori del Barese, in relazione a finanziamenti concessi dalle banche prevalentemente sotto forma di anticipazioni su conto corrente.

Chi sono gli indagati

Tra le 62 persone a cui viene notificato l’avviso di fine indagine per usura vi sono anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, e il ministro dell’Economia del governo Letta, Fabrizio Saccomanni, ex dg di Bankitalia. Per il ruolo avuto in Bankitalia sono indagati anche l’ex direttore generale Vincenzo Desario, e gli ex capi della Vigilanza succedutisi nel tempo: Francesco Maria Frasca, Giovanni Carosio, Stefano Mieli e Luigi Federico Signorini. Per il ministero dell’Economia è indagato Giuseppe Maresca, a capo della quinta direzione del dipartimento del Tesoro. Agli otto indagati viene contestato di aver – tra il 2005 e il 2012 – adottato consapevolmente determinazioni amministrative in contrasto con la legge sull’usura fornendo consapevolmente un “contributo morale necessario” ai fatti-reati di usura “materialmente commessi dalle banche”. Indagati anche il presidente del cda di Bnl Luigi Abete e l’ad Fabio Gallia; per Unicredit l’ex ad Alessandro Profumo, ora presidente del cda di Mps, e l’attuale ad Federico Ghizzoni; per Mps l’ex presidente Giuseppe Mussari e il suo vice Francesco Gaetano Caltagirone.

Sempre per Bnl sono indagati l’ex vicepresidente Piero Sergio Erede, e il presidente del collegio sindacale Pier Paolo Piccinelli. Per Unicredit l’ex presidente del cda, Dieter Rampl, e il dg Roberto Nicastro. Per Unicredit Banca di Roma è indagato Paolo Savona, ex presidente del cda. Per Unicredit Banca d’Impresa l’ex presidente Mario Fertonani, l’attuale vicepresidente vicario di Unicredit spa, Candido Fois, e Piergiorgio Peluso, figlio dell’ex Guardasigilli Anna Maria Cancellieri, nella sua precedente qualità di ad di Unicredit Banca d’Impresa. Per la Banca Popolare di Bari sono indagati anche l’attuale presidente del cda e ad, Marco Jacobini, l’ex presidente Fulvio Saroli, e il dg Pasquale Lorusso.

Cosa dice l’accusa

Secondo il pm inquirente, Michele Ruggiero, il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e di un attuale dirigente del dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e Finanze. Questi ultimi – secondo l’accusa – contravvenendo alle disposizioni della legge sull’usura, prescrivevano alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito “accordato”, anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente “erogato/utilizzato” dal cliente, così precostituendo le condizioni per una elaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati poiché più bassi di quelli effettivamente praticati. Di conseguenza – secondo le indagini della Guardia di Finanza – gli interessi/remunerazioni applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni su c/c) risultavano sempre entro i limiti dei “tassi soglia”, pur essendo in concreto ad essi superiori e, come tali, usurari. 

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